
Pietro Bartolo, Brando Benifei, Pierfrancesco Majorino e Alessandra Moretti sono quattro parlamentari europei che si sono recati in alcune zone come il ”campo di Lipa”, dentro il bosco di Bojna in Bosnia-Erzegovina, ma anche in Croazia.
Domani giovedì 25 febbraio 2021 sarà presente come ospite in video lezione Pietro Bartolo, ovvero un medico e politico parlamentare e responsabile delle prime visite ai migranti che sbarcano tutti i giorni a Lampedusa; lui è anche un sostenitore che accoglie coloro che desiderano il permesso d’asilo. Oltre a lui avremo l’occasione di avere collegata la sig.ra Luisa Marzorati, volontaria a Lampedusa ma residente nella nostra zona. L’avevamo già incontrata quando abbiamo affrontato il tema della solidarietà è parlato di don Roberto Malgesini. Ritrovarla anche per parlare di migranti sarà una gioia perché dall’esempio si impara più che da qualsiasi libro.
In questo periodo i quattro parlamentari europei sono andati lì per aiutare le persone in difficoltà e si sono trovati davanti Afghani, abitanti del Kurdistan, del Bangladesh e di altri paesi dell’area asiatica che si erano rifugiati in quel campo fatiscente e fatto di poche tende che non proteggono dal freddo.
La situazione dei migranti è critica: come a Lampedusa sbarcano con una frequenza incredibile magrebini, tunisini, algerini, libici, etritrei… così sul fronte orientale arrivano altri uomini e donne e bambini alla ricerca di un futuro migliore, lontano dalla guerra e dalla povertà, dalla dittatura e dalla censura.
E Bartolo c’era. Per dar loro una mano, per svolgere il suo ruolo di europarlamentare e trovare una soluzione alla loro situazione così disagiata e precaria.
E l’Europa che fa?
All’inizio di gennaio di quest’anno, la Commissione europea ha stanziato 3,5 milioni di euro in aiuti umanitari; un finanziamento che si aggiunge ai 4,5 milioni di euro stanziati nel 2020. Complessivamente l’Unione europea ha fornito un sostegno finanziario di circa 89 milioni di euro alla Bosnia. Ha finanziato le installazioni del Centro di accoglienza “Bira” a Bihać, purtroppo chiuso alla fine di settembre scorso a causa delle proteste della popolazione locale che si oppone alla riapertura. E che fare dinanzi a queste contraddizioni? Le stesse che ci sono in Italia, a Lampedusa e in altre città.
Con questi aiuti l’UE sperava che le autorità della Bosnia-Erzegovina si impegnassero a ricollocare i profughi e i migranti, costretti a vivere nelle strutture fatiscenti di Lipa inadatte all’inverno, nel centro di accoglienza di Bihać. Non essere riusciti a concretizzare questa richiesta ha prodotto il disastro umanitario che abbiamo letto sui giornali.
L’aiuto dell’UE è destinato alle necessità più urgenti, fornire assistenza sanitaria, limitare la diffusione della pandemia di coronavirus, dare supporto psicologico, assistenza legale per ottenere risposta alla richiesta di protezione, sostegno ai minori non accompagnati e assistenza essenziale a coloro che restano fuori (indumenti caldi, sacchi a pelo e cibo). Gli aiuti europei a medio termine dovrebbero servire a coprire fornitura di cibo, alloggi, acqua e servizi igienici, vestiti, istruzione, con l’obiettivo di rafforzare la capacità di gestione della migrazione del Paese di transito.
Domani affronteremo questo ed altri argomenti proprio in diretta con Bartolo e magari capiremo anche in cosa consistono i famosi “corridoi umanitari”.
Pertanto, vi invitiamo a seguirci.
La redazione